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Il 13 gennaio 1910 nacque la nazionale italiana, per merito del presidente della Federazione Italia Giuoco Calcio (dall’anno prima nuovo nome della FIF) Luigi Bosisio. 1920-21: 4ª nella semifinale B del campionato dell’Italia Settentrionale della Prima Categoria. A entrare negli annali del calcio fu poi la semifinale contro la Germania, ribattezzata «partita del secolo» per le emozioni offerte e il contesto agonistico: a conclusione di un incontro sofferto, l’Italia vinse per 4-3 nei supplementari. Dopo aver eliminato Francia e Spagna, gli azzurri persero in semifinale con l’Uruguay terminando la manifestazione sul gradino più basso del podio per la netta vittoria (11-3) contro l’Egitto. Fu deciso che dall’incontro successivo (per combinazione, sempre contro gli ungheresi, il 6 gennaio 1911 a Milano) il colore da utilizzare, proprio in onore dei Savoia, fosse l’azzurro della loro bandiera, al centro della quale v’era lo Scudo Sabaudo rosso con una croce bianca all’interno. Nella fase finale del mondiale disputato in Germania Ovest la nazionale italiana, considerata tra le favorite alla vigilia, invece non supera la prima fase a gironi: dopo la vittoria iniziale contro Haiti arrivano infatti il pareggio contro l’Argentina e soprattutto la sconfitta contro la Polonia, che condanna gli Azzurri. I neocampioni d’Europa sostennero, dopo il titolo continentale conquistato, le qualificazioni per il campionato mondiale del 1970, superando Germania Est e Galles.

Nella seconda fase a gironi, comprendente anche Germania Ovest e Austria, gli Azzurri si piazzano dietro ai Paesi Bassi, e disputano quindi la finale per il terzo posto, persa contro il Brasile per 2-1. L’Italia, partita senza clamori, viene indicata come la nazionale che ha saputo mostrare il gioco più bello durante il torneo. Inseriti nel gruppo B, gli azzurri esordirono nel torneo il 12 giugno 1980 a Milano contro la Spagna: finì 0-0. Una rete di Tardelli valse poi la vittoria contro l’Inghilterra, ma con il Belgio ci fu un altro pari a reti inviolate: la situazione di uguaglianza nella differenza reti (1) premiò i Diavoli Rossi, autori di 3 gol contro l’unico degli italiani. La prima competizione ufficiale alla quale prese parte la nazionale italiana furono i Giochi olimpici di Stoccolma 1912: il 29 giugno 1912, al Tranebergs Idrottsplats, l’Italia, guidata per la prima volta da Vittorio Pozzo, perse nel turno di qualificazione contro la Finlandia per 2-3 dopo i tempi supplementari. Il Cagliari viene citato anche nei film Asso del 1981, con Adriano Celentano, dove il poliziotto sardo interpretato dall’attore Sandro Ghiani discute con il commissario della partita Inter-Cagliari; in Tre uomini e una gamba del 1997, commedia del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, in cui viene fatta ironia sulla squadra sarda menzionando, come episodio coraggioso di Aldo, l’aver «messo 2 fisso a Inter-Cagliari», ovvero pronosticando una vittoria esterna contro i nerazzurri in una schedina del Totocalcio; e in Tifosi del 1999 dove lo steward di un aereo, tifoso del Cagliari, chiede il risultato finale della partita della sua squadra del cuore.

La nazionale azzurra è sorteggiata con Polonia, Perù e Camerun e passa il turno con tre pareggi e in seconda posizione, grazie al maggior numero di gol segnati rispetto a quelli realizzati dal Camerun. Nell’occasione, Francesco Calì dell’Andrea Doria fu il capitano della selezione, mentre il primo storico gol degli Azzurri venne messo a segno da Pietro Lana, autore di una tripletta. Ad aprire la manifestazione fu un pareggio senza gol contro la Germania, mentre nel secondo match gli azzurri sfidarono i padroni di casa del Cile. Costruirai un ritmo con questo esercizio mentre la palla ti viene lanciata sempre più velocemente ogni volta. Una volta che un giocatore chiama per un fair catch, nuova maglia della juventus ha il diritto di prendere la palla senza alcun tipo di interferenza da parte della squadra che calcia. “In primis si parte dall’analisi della nostra squadra e sulle aree da sviluppare e migliorare. Nel derby bresciano con la Feralpisalò della terzultima giornata la squadra pareggia mantenendo l’ottavo posto, ultimo utile per accedere ai play off. Il Giornale nuovo entrò anche nel mercato librario: in cooperazione con la De Agostini venne fondata l’«Editoriale Nuova», una casa editrice specialistica. Italia iniziò il suo percorso dagli ottavi di finale eliminando la Norvegia nei supplementari, i padroni di casa transalpini nei quarti e il Brasile in semifinale.

Al 90′ il risultato era di 1-1: di comune accordo tra le formazioni non si disputarono i supplementari, ma direttamente i rigori dove l’Italia venne sconfitta per 9-8; l’errore decisivo fu di Collovati, il cui tiro fu parato. Quattro anni dopo i giochi di Anversa, alle Olimpiadi di Parigi 1924, l’Italia affrontò nel turno di qualificazione la Spagna: allo Stadio olimpico di Colombes gli Azzurri vinsero per 1-0, grazie ad una autorete degli iberici, ed ebbero accesso al tabellone del torneo olimpico. A tal fine, in mancanza di allenatori veri e propri ed essendo gli arbitri i più esperti, tra gli addetti ai lavori, sul tasso tecnico dei diversi giocatori che militavano in Prima Categoria (l’odierna Serie A), la FIGC incaricò la Commissione Tecnica Arbitrale di scegliere i giocatori che avrebbero giocato in nazionale per le prime partite. In quella partita, oltre all’assegnazione del titolo di «campione del mondo», venne messa in palio definitivamente la coppa Jules Rimet: infatti, per il regolamento della FIFA, la prima squadra che si fosse aggiudicata per tre volte il torneo avrebbe ottenuto la coppa originale, e dall’edizione successiva sarebbe cambiata. La semifinale di Napoli contro l’Unione Sovietica terminò senza gol, con il passaggio alla finalissima deciso da una monetina: il lancio premiò l’Italia, permettendo ai padroni di casa di contendere alla Jugoslavia – capace di estromettere i campioni del mondo in carica dell’Inghilterra – il primato continentale.

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