Nel 2013 si ritira dal calcio. Nel campionato di Promozione 2024/25 i neroverdi tornano a disputare le gare casalinghe allo stadio Bottecchia. Nei periodi di ristrutturazione del Lansdowne, la nazionale giocava le sue partite a Croke Park, il maggior impianto irlandese destinato esclusivamente alle manifestazioni gaeliche: è un evento di importanza primaria l’apertura da parte della GAA (Gaelic Athletic Association) che gestisce calcio gaelico, hurling e camogie oltre che lo stadio in questione, agli sport ritenuti stranieri e non tradizionali (o ancor peggio inglesi) solo per questo caso eccezionale. La maglia nera fu poi abolita nel 1952 in seguito alle proteste dei corridori, i quali ritenevano che la lotta per conquistarla desse luogo a spettacoli indecorosi che con lo sport non avevano nulla a che fare. Comunque, ripeto, tant’è, a questo punto stiamo, è evidente che non ci sono le condizioni per affrontare un dibattito su un argomento così importante, che tra l’altro merita degli approfondimenti, come il collega Palese ha illustrato anche nella Commissione bilancio per quello che riguarda i profili costituzionali dell’articolo 81, quindi ritengo che sia da appoggiare la richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere speditamente cosa fare.
L’educazione “sacchiana” prevede una panificazione meticolosa e una gestione dei giocatori personalizzata. La gestione di Kenny terminò nel novembre 2023, alla scadenza del contratto; il CT lasciò la squadra dopo aver ottenuto solo 6 vittorie in 29 partite. Impegnata poi nella UEFA Nations League 2018-2019, l’Irlanda terminò il girone di Lega B con Galles e Danimarca all’ultimo posto, raccogliendo solo due punti (due pareggi senza reti contro la Danimarca) in quattro partite e retrocedendo in Lega C. Il 21 novembre 2018 O’Neill e il suo assistente Roy Keane lasciarono la panchina della nazionale. A tre partite dalla fine del girone di qualificazione al campionato d’Europa 2020 la squadra comandava la classifica del proprio raggruppamento, ma due pareggi e una sconfitta nelle partite conclusive la fecero scivolare al terzo posto finale, dietro a Svizzera e Danimarca. Ne ammazzi tre. Quanti israeliani restano da ammazzare? Nel 2012, sempre sotto la guida di Trapattoni, l’Irlanda tornò a giocare il campionato europeo ventiquattro anni dopo l’unica partecipazione: i verdi si qualificarono superando facilmente l’Estonia nei play-off (4-0 a Tallinn e 1-1 a Dublino) e nella fase finale furono eliminati al termine della fase a gironi, perdendo i tre incontri con Croazia (1-3), Spagna (0-4) e Italia (0-2). Nell’ottobre 2013, dopo aver mancato la qualificazione al mondiale brasiliano, Trapattoni rescisse il contratto e fu sostituito da Martin O’Neill.
Venne adottato, infatti, uno stemma che richiamava l’arme d’Angiò moderno, «d’azzurro, a tre gigli d’oro, alla bordura di rosso» – ovvero una delle insegne araldiche proprie della Casa Reale di Borbone. Col passar del tempo sulle maglie viene inserito lo stemma della federazione irlandese. Le prime rappresentative usavano un completo verde con uno scudo bianco contenente uno shamrock (trifoglio irlandese). Verso il terzo millennio, seguendo la moda calcistica, la nazionale irlandese ha indossato maglie più stravaganti del classico monotinta verde, a volte molto semplici, altre più elaborate con svariate sfumature di verde e inserti arancione. Dopo aver dato un’occhiata alla maglia dell’Inghilterra prodotta dall’Admiral nei primi anni Ottanta del secolo scorso, e a quella del Perù con cui i sudamericani giocato ai Mondiali 1978 e 1982, oggi è la volta di quella che è stata più volte votata la maglia più bella del mondo. Polisportiva Fascista Mario Umberto Borzacchini, colloquialmente Borzacchini Terni, fu il nome assunto dalla squadra rossoverde nel periodo compreso tra le stagioni calcistiche 1934-35 e 1942-43: la scelta derivò dalla volontà di dedicare al campione di automobilismo ternano Mario Umberto Borzacchini la squadra di football cittadina dopo la morte del pilota sul circuito di Monza, avvenuta nel 1933. Promossi in Serie C nella stagione 1937-38, sotto la guida dell’allenatore ungherese Béla Károly, gli umbri sfiorarono poi per due volte la Serie B nelle stagioni 1940-41 e 1942-43, rispettivamente con Guido Gianfardoni, morto prematuramente, e Gino Rossetti nel ruolo di allenatore.
Inoltre il Newell’s di quegli anni comincia a far parlare di sé per i tanti giovani promettenti in rosa, che nelle Nazionali giovanili fanno fuoco e fiamme. Ma tra il 2000 e il 2001, dopo cinque anni di buone soddisfazioni, il gruppo a poco a poco si decompone, lasciando spazio a nuovi talenti da mettere in vetrina; non fa eccezione Pablo, che nell’estate del 2000 viene acquistato dal multietnico Perugia di Gaucci, assieme a Claudio Martin Paris, altro centrocampista della già citata generazione Newell’s. Prima degli anni 1980, infatti, giocava a Dalymount Park che cominciò a cedere il posto al più importante a capiente Lansdowne per motivi di capienza già dal 1971 in occasione di un match amichevole contro l’Italia, oltretutto notevolmente ridotta in seguito per restrizioni di sicurezza: l’ultima partita fu disputata al Dalymount nel 1990 contro il Marocco. Da lì in poi seguiranno vari spezzoni di partita, quasi sempre molto brevi e a risultato già acquisito; gioca soltanto una partita da titolare, quella contro la Juventus. Newell’s e Perugia, infatti, sono in disaccordo sul prezzo da attribuire al giocatore: almeno 4 milioni di dollari secondo i primi, juventus maglia 2025 molto meno secondo Gaucci.